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Employer Branding: esempi e importanza

Che cos’è l’employer branding e perché è così importante

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, frammentato e votato alle competenze trasversali, attrarre e trattenere i migliori talenti è diventato uno dei principali obiettivi per le aziende desiderose di crescere o proteggere la loro quota di mercato. L’employer branding è l’insieme di tutte le attività e delle strategie che definiscono e promuovono l’identità di un’azienda come luogo di lavoro interessante e desiderabile. Non si tratta solo di comunicazione, ma di un vero e proprio posizionamento strategico nella mente dei collaboratori attuali e potenziali.

Investire nell’employer branding significa raccontare e valorizzare la cultura aziendale, la qualità della vita lavorativa, le opportunità di crescita e la coerenza tra i valori dichiarati e quelli vissuti ogni giorno all’interno dell’organizzazione. Si tratta di azioni cruciali per la costruzione della reputazione dell’azienda come datore di lavoro appetibile, che si traducono in vantaggi concreti: minore turnover, costi di recruiting ridotti, maggiore coinvolgimento dei dipendenti e la loro produttività.

In questo contesto, anche la gestione del contenuto aziendale gioca un ruolo importante. Un blog aziendale ben strutturato può diventare uno strumento efficace per rafforzare il messaggio di employer branding, raccontando la cultura interna e valorizzando le storie delle persone.

Le migliori strategie di employer branding

Un piano efficace di employer branding deve essere strutturato, autentico e coerente, perseguito quotidianamente dall’organizzazione con tutta la cura necessaria, soprattutto nei passaggi chiave.

Tutto comincia con la definizione della Employee Value Proposition (EVP), ovvero la promessa dell’azienda ai propri dipendenti: ciò che offre in cambio del loro impegno. Deve essere distintiva, credibile e allineata con i valori aziendali.

Serve poi coinvolgere i dipendenti nella comunicazione, attraverso testimonianze reali e una presenza concreta. Non si stratta di soddisfare l’ego, ma di valorizzare le storie dei collaboratori e rafforzare così la credibilità del brand, prediligendo i messaggi personali a quelli più istituzionali.

Il terzo passo è l’adeguamento della presenza digitale aziendale, con l’attivazione coordinata del sito web e di canali social come LinkedIn, Instagram o TikTok, che permettono di raccontare la vita aziendale in modo dinamico e coinvolgente, mostrando anche il dietro le quinte del lavoro quotidiano.

Sito e social ben organizzati sono il preludio alla costruzione di una candidate experience ottimizzata: il processo di selezione è uno dei primi touchpoint dell’azienda, per questo deve comunicare con chiarezza e trasparenza in ogni sua fase, trasmettendo i valori del brand, il suo posizionamento e quello che offre ai possibili collaboratori. Questi aspetti influiscono sulla percezione del candidato e favoriscono il recruting.

Per attirare i migliori talenti può essere importante stringere partnership con università,̀ scuole di formazione e community di settore, così da costruire relazioni capaci di dare la giusta visibilità all’impresa e favorire l’accesso di nuove figure di valore.

Infine, è fondamentale strutturare programmi per la formazione e la crescita interna, così da offrire ai dipendenti l’opportunità di mettere a frutto il proprio potenziale, di mantenere un elevato livello di benessere e di far sentire ciascuno al centro del progetto.

Strumenti digitali evoluti, come quelli offerti da HubSpot, possono supportare l’organizzazione nell’automatizzazione delle attività di comunicazione e onboarding, facilitando la coerenza tra employer branding e marketing operativo.

Esempi di employer branding di successo

Heineken
Il noto produttore di birra ha puntato su video emozionali e coinvolgenti per raccontare la candidate experience in modo originale e trasparente, rendendo l’esperienza non solo utile, ma anche divertente e molto chiara agli occhi degli aspiranti collaboratori.

Red Bull
Da sempre portatore di una comunicazione sui generis, il marchio austriaco ha creato un network globale di studenti ambassador che rappresentano il brand nei campus, con eventi e attività locali, così da costruire dal basso (letteralmente) il suo posizionamento di employer brand.

Ferrero
Una delle più note aziende italiane ha scelto di investire in percorsi formativi per giovani talenti e di raccontarne la crescita attraverso storie dedicate: uno strumento di employer branding potente ed efficace.

Salesforce
Il colosso del software ha negli anni costruito una forte cultura interna e un senso d’appartenenza basato su valori chiari e iniziative costanti di benessere e inclusione, con benefit e azioni concrete che ne hanno consolidato il posizionamento come raltà innovativa e attenta ai collaboratori.

Employer branding: cosa non fare

A volte, prima di fare qualcosa, è importante sapere cosa non fare. Ecco i principali errori da evitare quando si vuole strutturare una strategia efficace di employer branding:

  • Creare una EVP non coerente con la realtà interna: i più attenti noteranno le discrepanze e l’effetto boomerang sarà doppiamente negativo per l’azienda.
    Trascurare la voce e il feedback dei dipendenti: i riscontri interni sono essenziali per migliorare l’organizzazione, aumentare la soddisfazione dei collaboratori e dimostrare nei fatti la volontà di crescere e far crescere.
  • Utilizzare comunicazioni generiche e non autentiche: fingere od omologarsi ha poco senso quando l’obiettivo è distinguersi dagli altri in modo semplice, concreto e originale. Vale per i pilastri aziendali, le strategie interne come per la comunicazione.
  • Promuovere solo contenuti autoreferenziali: l’oggetto protagonista della comunicazione per l’employer branding sono le persone, non l’azienda.
  • Ignorare la candidate experience: ogni canale è importante, poiché ogni canale rappresenta un pezzo del puzzle capace di trasmettere i valori, il carattere e gli obiettivi dell’organizzazione, con modalità diverse e per un pubblico diverso.
  • Separare eccessivamente HR e Marketing: la sinergia tra le diverse aree aziendali dev’essere totale, quando si parla di employer branding. HR, marketing, comunicazione e processi devono viaggiare (e comunicare) all’unisono.
  • Non monitorare i risultati e l’efficacia delle attività: chiedere feedback, tracciare i dati, verificare i risultati è essenziale per raggiungere gli obiettivi e – se serve – raddrizzare il tiro con rapidità e sicurezza.

Come iniziare subito a migliorare il tuo employer branding

Il primo passo per costruire un employer brand forte è l’ascolto: ascoltare i dipendenti, prestare attenzione ai candidati, studiare il mercato. Da qui nasce una strategia autentica e coerente, che valorizza ciò che rende unica l’azienda. 

Noi di Coriweb aiutiamo le aziende a sviluppare percorsi su misura di employer branding, curando ogni aspetto utile e integrandoli con la strategia di comunicazione e HR. Perché valorizzare le persone è il primo passo per attrarre quelle giuste e aspirare a grandi traguardi. Inizia oggi a costruire la tua reputazione come luogo di lavoro ideale.